Cospito torna in ospedale. Avv. Rossi Albertini: «Non ha alcuna vocazione suicida. La sua è una battaglia per la vita» – Atlante Editoriale

Scomparso dalle prime pagine dei principali giornali nazionali, la notizia del nuovo trasferimento di Alfredo Cospito al padiglione detenuti dell’Ospedale San Paolo del carcere di Opera, è finito nelle pagine interne. Sporadiche eccezioni quelle di quotidiani sempre più rari a trovarsi nelle edicole come «Il Dubbio» e «Il Riformista». Nella foliazione del «Corriere della Sera» [7 marzo] la notizia del trasferimento scivola alla pagina 18. 

 
La situazione di salute peggiora

Eppure la situazione è molto grave. Nella mattina di martedì 7, l’avvocato Flavio Rossi Albertini, intervistato da «SkyTg24» si è detto stupito di aver appreso la notizia del trasferimento dagli organi di stampa: «Ieri mattina [6 marzo] ho parlato con Cospito al carcere di Opera. È molto provato: sono più di 5 mesi che è in sciopero della fame. Ad oggi ha sorpreso tutti i sanitari riguardo la sua tenuta. La dottoressa Milia, il primo medico [che visitò Cospito nel carcere di] Sassari disse che era sconcertata già a Dicembre/Gennaio».

Il trasferimento, ad ogni modo, il legale lo spiega così: «Penso che abbiano allarmato i valori del potassio [di Cospito] poiché abbiamo appreso – nel corso del tempo – che è un valore importante per il corretto funzionamento del muscolo cardiaco» dal momento che quel valore dovrebbe essere legato agli integratori salvavita che «Cospito rifiuta da quando ha appreso della notizia del rigetto della Corte di Cassazione».

Rossi Albertini lo descrive come «lucido e coerente». E, anzi, scaccia via ogni tipo di interpretazione riguardo l’azione del suo assistito. Nella lettera scritta dallo stesso Cospito dal carcere di Opera, e diffusa dalla stampa nazionale nei primissimi giorni del mese di marzo, l’anarchico scrive che sì, si dichiarerebbe pronto a morire ma perché, si legge: «sono convinto che la mia morte porrà un intoppo a questo regime e che i 750 che lo subiscono da decenni possano vivere una vita degna di essere vissuta, qualunque cosa abbiano fatto. Amo la vita. Sono un uomo felice. Non vorrei scambiare la mia vita con quella di un altro. E proprio perché la amo non posso accettare questa non vita senza speranza».
Congedandosi con la formula: «Grazie compagni-e del vostro amore. Sempre per l’anarchia. Mai piegato».

L’intervento internazionale
«Come rimedi interni siamo giunti alla conclusione», ha ribadito a «SkyTg24» il legale Rossi Albertini, richiamando l’eco della vicenda internazionale, «anche perché altrimenti il comitato dell’Onu non si sarebbe potuto esprimere».
A cosa si sta facendo riferimento? Rossi Albertini stava chiamando in causa la dichiarazione dell’Alto Commissariato Onu per i Diritti Umani che il 1 marzo [2023] ha inviato allo Stato italiano la richiesta di applicazione di misure cautelative relative la detenzione al 41 bis per Alfredo Cospito. Il documento [1], recapitato all’avvocato Flavio Rossi Albertini, è stato diffuso nelle ore successive all’invio tramite l’associazione ‘A buon diritto’ di cui Luigi Manconi (già Senatoore della Repubblica e vicino al Partito radicale) è presidente.

No a trattamenti inumani e degradanti
In particolare il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha chiesto all’Italia di assicurare il rispetto degli standard internazionali e degli articoli 7 e 10 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, riguardo le condizioni di Cospito.
L’articolo 7 riguarda strettamente il divieto di tortura e trattamenti o punizioni disumane o degradanti mentre l’articolo 10 riguarda l’umanità di trattamento e di rispetto della dignità umana di ogni persona privata della libertà personale [2].

“Battaglia per la vita”
«Non ha alcuna vocazione suicida – ha proseguito Rossi Albertini – Cospito sta conducendo una battaglia per la vita contro il regime di 41bis».
Adesso rimane solo la Cedu (Corte europea dei diritti dell’uomo) a doversi esprimere sul caso.

“La minaccia anarchica”

Eccezion fatta per gli articoli di questi giorni apparsi sui quotidiani nazionali, «La Stampa» su tutti per appartenenza geografica, riguardo gli scontri avvenuti nel primo fine settimana di marzo nel capoluogo piemontese tra anarchici e forze dell’ordine, la notizia è un’altra. Non arrivata al cospetto della grande stampa, se non seguendo il corso di un fiume carsico. Pronta, cioè, a riemergere nel caso la situazione degenerasse nel brevissimo periodo. Stiamo parlando della «Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza» [3] relativa all’anno appena trascorso, presentata al Parlamento nella scorsa settimana e per cui la sola Claudia Fusani sul «Riformista» si è pre-occupata di dar conto. Nel documento si legge che sì, le organizzazioni anarchiche hanno ritrovato vigore e attivismo in relazione alla vicenda Cospito ma, si legge: «nulla fa registrare una saldatura operativa con altre formazioni criminali». [4]

Nella conferenza stampa di presentazione del documento, Mario Parente (direttore dell’Agenzia di informazioni e sicurezza interna) ha dichiarato: «Non ci sono elementi che indicano saldature tra gli anarco-insurrezionalisti ed altre realtà criminali» [4].

Note
[1] https://www.abuondiritto.it/storage/app/media/notizie/CCPR%204323-2023.%20A%20docx.pdf

[2] https://www.ohchr.org/en/instruments-mechanisms/instruments/international-covenant-civil-and-political-rights

[3] Qui il documento integrale con le grafiche presentate nel corso della conferenza stampa: https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/wp-content/uploads/2023/02/Relazione_annuale_2022_interattiva.pdf

[4] Claudia Fusani, Cospito, l’intelligence smentisce Donzelli, mercoledì 1 marzo 2023, «Il Riformista».

XLI

Qualunque sarà l’epilogo di questa terribile vicenda, rimarrà indelebile la macchia per cui gran parte della classe dirigente, della politica e dei relativi apparati, dell’opinione pubblica e della stampa tutta (ad eccezione di pochi casi isolati(ssimi) ha colpevolmente accomunato anarchia e mafia. 
“Ideologia”, dicono, “Dio ce ne scampi dall’ideologia che non fa analizzare e leggere i fatti con cognizione di causa e con pregiudizi!”. Eppure chi ha condannato aprioristicamente, chi ha giudicato prima ancora dei giudici, chi ha diffuso notizie che non doveva diffondere, chi ha sovrapposto eversione criminale con idee e metodi che non condivideva è ideologia.
L’ideologia della protervia e della superiorità. L’ideologia dell’egoismo. 
L’ideologia del pensiero unico della “società libera”.

Quello che segue è uno stralcio di un articolo pubblicato su «Il Riformista» che aggiorna delle condizioni di salute del detenuto Alfredo Cospito – 11/02/2023, ore 19:18 – https://www.ilriformista.it/alfredo-cospito-trasferito-in-ospedale-rifiuta-anche-gli-integratori-pesa-71-chili-e-a-rischio-edema-cerebrale-343353/

Alfredo Cospito è stato trasferito dal centro clinico del carcere di Opera al reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano. Da quanto si è appreso da ambienti carcerari e giudiziari milanesi, per l’esponente anarchico, che si trova al 41 bis e che sta portando avanti lo sciopero della fame da quasi 4 mesi, si è reso necessario il ricovero ospedaliero in quanto, oltre al cibo, si rifiuta di assumere anche gli integratori. A stabilire il trasferimento in una delle camere riservate ai detenuti in 41 bis dell’ospedale sono stati i medici dopo averlo visitato. A disporre il suo trasferimento è stato il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.
Secondo quanto riportato dall’Ansa, Alfredo Cospito pesa 71 chili ed è a rischio di edema cerebrale e aritmie cardiache potenzialmente fatali. E’ quanto ha riferito il medico di parte all’avvocato Flavio Rossi Albertini dopo la visita effettuata in carcere oggi a Opera. L’anarchico, in base a quanto aggiunge il medico, “è determinato ad andare avanti con la protesta. E’ lucido e cammina sulle proprie gambe”. Il consulente ha definito le condizioni “serie”. “I parametri tengono ma basta poco perché la situazione precipiti senza dei segni particolari di allarme” preventivo, ha aggiunto.
“Ho preso visione della cartella clinica, la situazione da un punto di vista fisico è di importante debilitazione ma è presente a se stesso, lucido e determinato”. E’ quanto ha detto ai microfoni della Rai Andrea Crosignani, medico scelto dalla difesa dell’anarchico Alfredo Cospito in sciopero della fame, dopo averlo visitato in carcere a Opera. “La debilitazione unita alla determinazione purtroppo non è un buon segno”, ha aggiunto.
“Alfredo mi sembra determinato ad andare avanti sulla sua protesta. Anche se ho cercato di convincerlo a riprendere il potassio per ridurre il rischio di queste aritmie”. Lo ha detto Andrea Crosignani, medico scelto dalla difesa dell’anarchico Alfredo Cospito in sciopero della fame, dopo averlo visitato in carcere a Opera. Il detenuto è “senz’altro lucido. Dal punto di vista generale l’ho trovato ancora in condizioni accettabili – ha aggiunto -. E’ arrivato da me camminando. Diciamo che è una situazione complessivamente seria, che anche se i parametri vitali tengono ma quando si arriva a questa situazione ci vuole veramente, veramente poco, perché la situazione precipiti. Perché in questi casi la situazione precipita senza che ci siano dei segni particolari di allarme. Ho parlato con la cardiologa che mi ha segnalato un possibile rischio di aritmie fatali”.
Intanto continua la mobilitazione in piazza per Cospito che è “un elemento di grande attenzione” ma non soltanto con riferimento agli episodi delle ultime settimane perché “è un’attenzione continua e abbastanza risalente nel tempo”, ha detto il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al termine del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. “Il fenomeno – ha dichiarato – è oggetto delle nostre attenzioni qui come altrove. Torino non sta vivendo una situazione diversa rispetto ad altre parti del Paese”.

Le forze politiche alle Camere e le posizioni sul 41bis – Atlante Editoriale

Le opposizioni depositano una mozione contro il sottosegretario Del Mastro Delle Vedove, lui si giustifica asserendo che non ha compiuto nulla di male e che quanto detto da Donzelli in aula non era sottoposto ad alcun segreto. Il Ministro Nordio parlerà il 14 febbraio alle Camere ma nel frattempo le opposizioni hanno trovato una unità – par di capire solamente burocratica e tattica – sulla questione che riguarderebbe i due esponenti di Fratelli d’Italia. Donzelli e Del Mastro Delle Vedove, stando alla cronaca politica di questi giorni, condividerebbero l’appartamento di Roma in cui vivrebbero entrambi, dunque quanto pronunciato in Aula da Donzelli sarebbe stato riferitogli dal collega di partito. Anche il Guardasigilli nell’informativa del 1 febbraio ha minimizzato e stabilito come quelle informazioni non sarebbero segrete né sia stato rivelato nulla di particolarmente scottante dal Vicepresidente del Copasir Donzelli (Fd’I). Riecheggiano le parole di Bruno Tabacci (Centro democratico – Partito democratico – Italia democratica e progressista) della scorsa settimana: 

«La questione che è emersa nella giornata [di martedì 31 gennaio] è quella relativa all’utilizzo improprio di documenti che il ministro Nordio ha definito “sensibili” ma a me non risulta che a un deputato sia consentito di andare dal Capo di Gabinetto e prendere visione di documentazione di una certa natura e che riguardano un dipartimento così delicato»

Quello che emerge, ha detto poi Tabacci a «Radio Radicale» è sia il Caso Cospito quanto il Caso Donzelli, che ora potremmo definire “Caso Donzelli-Del Mastro Delle Vedove”.
La questione legata al 41bis sembra tutt’altro che sopita, anzi: la Ministro del Turismo Santanché ha dichiarato, riprendendo la linea di Antonio Tajani nella conferenza stampa tenuta assieme a Piantedosi e Nordio nella mattina del 31 gennaio, come lo Stato sia sotto attacco. «C’è un attacco allo Stato e non al Governo e non possiamo cedere perché sarebbe un gravissimo errore per la sicurezza della nostra nazione», ha ribadito la Ministro a cui le ha fatto eco l’anch’egli ministro Salvini: «non si toccano leggi sotto minaccia, si parli di giustizia con una riforma e non con le polemiche», stando a quanto riportato dal quotidiano «Il Riformista» di martedì 7 febbraio.
Nei giorni scorsi Alfredo Cospito, tramite il suo avvocato Rossi Albertini, ha chiarito:«Non c’entro nulla con la mafia, voglio che venga cancellato il 41-bis per tutti perché è uno strumento che toglie le libertà fondamentali: ho visto mafiosi che sono anziani e malati, persone non più pericolose», precisando che l’opinione del suo assistito sono «individualiste, perché non c’è una organizzazione».

Ma quali sono le posizioni sul 41bis delle forze politiche presenti alle Camere?

Il dato che colpisce, quantomeno a parere di chi scrive, è che, stando dati aggiornati ad ottobre 2002, i detenuti al 41bis sono 728. La cifra fa sobbalzare: ci sono più detenuti al 41bis che parlamentari. Come si sono espressi i rappresentanti dei gruppi politici alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica?
La maggioranza lo ha ribadito più volte e i partiti che ne compongono la coalizione hanno affermato la propria contrarietà anche solo per una discussione riguardo l’istituto in oggetto. Tanto Fratelli d’Italia quanto la Lega si sono mostrate chiuse, come già riportato sopra. La presidente del consiglio dei ministri Meloni ha più volte sottolineato come non si debba trattare con mafiosi e violenti. Silvio Berlusconi (Forza Italia) ha chiarito la posizione del partito, comunque già espressa da Tajani: 

«La violenza politica in Italia non è un ricordo così lontano, ha inquinato la vita politica e la democrazia italiana fino a pochi anni fa. Lo Stato non può e non deve cedere ad alcun ricatto. Il 41 bis, che è uno strumento applicato in autonomia dalla magistratura contro criminali pericolosi e pluriomicidi, deve restare così».

Per il Partito Democratico ad esprimersi più duramente, ancorché unicamente, è stato il candidato alle primarie Stefano Bonaccini, nel corso dell’assemblea tenutasi domenica 5 febbraio al Lanificio di Pietralata di Roma: 

«Il 41bis non può essere messo in discussione: guai se dessimo l’idea di metterlo in discussione! Lo dice uno che viene da una regione che sul terrorismo ha pagato un conto salatissimo. La lotta alla mafia e nei confronti di ogni aggressione terroristica sono, per noi, due punti fermi su cui non si arretra neanche di un millimetro. Dopodiché, che tutti i detenuti abbiano diritto alle cure necessarie, è un principio di civiltà che nulla toglie alla lotta contro il crimine organizzato. […] Chi si è macchiato di crimini ne risponda. Ci poteva pensare prima». 

Da parte dell’altra candidata alle primarie del Partito Democratico, Elly Schlein, non risulta sia stato detto alcunché.
Secondo Giuseppe Conte (Movimento 5 stelle): 

«Non permetteremo mai che si tocchi il 41 bis, è uno strumento importante data anche la la caratteristica delle formazioni terroristiche, mafiose. Per quanto riguarda Cospito: si tratta di una valutazione che va rimessa alle autorità competenti, le quali devono tener conto anche della dignità della persona e delle sue condizioni di salute».

Le dichiarazioni, riportate da «LaPresse» dell’ex presidente del consiglio dei ministri sono state rese ai giornalisti lunedì 6 febbraio a Monza, nel corso dell’iniziativa del partito per le elezioni regionali in Lombardia.
Il Deputato Riccardo Magi, da parte sua, in quota +Europa/Radicali Italiani, ha dichiarato a «Radio Radicale» [1]: 

«Sono stato l’unico ad aver preso la parola, dopo l’informativa di Nordio alla Camera [1 febbraio], riguardo la incompatibilità del 41bis con la nostra Costituzione per i rilievi che la stessa Corte Costituzionali ha prodotto negli anni» 

così come per quanto prodotto dalle istituzioni europee.
Per quel che riguarda il gruppo composto da Verdi/EuropaVerde e Sinistra Italiana (Alleanza Verdi Sinistra) tutto sembra tacere, fatta eccezione per la senatrice Ilaria Cucchi: 

«[…] Fermiamoci tutti a pensare Alfredo Cospito come essere umano e non come simbolo. Alfredo Cospito non ha compiuto né ispirato, fino a prova contraria, quegli attentati che dimostrano solo di volergli del male. Alfredo Cospito non è un boss mafioso e, volenti o nolenti, non ha ucciso nessuno. Costringerlo all’ergastolo ostativo del regime 41 bis è stata, a mio avviso, una palese forzatura ed un errore colossale. Se così non fosse ora non ne staremmo parlando tanto. Le sentenze vanno rispettate ma sono soggette al diritto di critica. Mentre Alfredo Cospito è diventato oggetto di speculazione politica e tema di scontro di idee diverse sul modo di intendere la Giustizia in questo Paese, ciò che più conta, la sua vita, se ne sta volando via. Il ‘bla bla bla’ è diventato oramai assordante».

La Senatrice sembra essere stata l’unica ad aver spezzato la continuità di dichiarazioni che sovrapponevano anarchici e mafiosi, ponendoli sul medesimo piano e attribuendo agli uni e agli altri le stesse finalità e intenzioni.
A tal proposito, vale la pena segnalare l’opinione del politologo Paolo Pombeni che, in un articolo sul «Messaggero» di sabato 6 febbraio avrebbe paragonato l’anarchico Cospito (e l’anarchismo in generale) alla criminalità organizzata:

«[…] Attualmente la mafia in quanto tale non sembra più interessata alle dimostrazioni esasperate di violenza contro lo Stato come era caratteristica dei corleonesi. Uno “scontro a fuoco” e a tutto campo con lo Stato nuocerebbe ai suoi affari che sembra non essere disposta a mettere a rischio per difendere i vecchi capi in carcere. Bisogna dunque affidarsi a qualcuno che si crede possa “incendiare” l’ordine pubblico facendo leva su quanto rimane in varie frange del paese della stagione di una certa contestazione: quella che vedeva e vede dappertutto violenza di stato, militarizzazione contro le libertà individuali, repressione di chi non accetta le regole “borghesi”. Sono componenti marginali, ma che ancora esistono in una società inquieta, affamata di proteste nichiliste, che vuole solo gesti eclatanti e non accetta un lavoro duro per superare le indubbie difficoltà di questa fase storica».

Una sorta di grimaldello anarchico.
Quantomeno audace.
Note
[1] La dichiarazione resa all’emittente radiofonica radicale è stata a seguito dell’articolo apparso sul «Fatto Quotidiano» sulla visita a Cospito di parlamentari del Partito democratico nel carcere di Sassari.