Internet, l'alzheimer contemporaneo: Beppe Grillo cancella la memoria del suo blog

La notizia, chiamiamola così, che ieri più rimbalzava negli aggiornamenti dei siti web delle testate giornalistiche italiane è il restyling del «Blog di Beppe Grillo», emanazione della società unipersonale «Beppe Grillo srls». La notizia, oggi, è anche finita sulla quasi totalità delle testate giornalistiche nazionali e locali. Di per sé non sarebbe una grande notizia, anche perché di fatto non lo è. Tuttavia è bene soffermarsi su un aspetto di questo cambiamento.

Internet?
Il Beppe-nazionale non è nuovo a stravolgimenti o cambiamenti o anche menzogne dal punto di vista internettiano e tecnologico, il suo nuovo portale rispecchia fedelmente questa sua tendenza: eloquio, anche fuori luogo, di cose tecnologiche, spesso sconnesse fra di loro, che dovrebbero evocare un futuro possibile e immaginabile nei confronti dell’ascoltatore/lettore. Non solo post, infatti: torneranno ad essere presenti i video, come i bei vecchi tempi del blog gestito da Gianroberto Casaleggio, ma caricati su YouTube e non sulla piattaforma interna del sito.
Grillo parla di tecnologie, di “mondi possibili”, di cose, come detto prima, spesso indefinite ma è molto catchy, come direbbero gli anglosassoni. Sa ammaliare l’ascoltatore e lo fa rimanere incollato sullo schermo, come quando si mise una maschera che lo invecchiava ancor di più, un camice bianco e una telecamera lo seguiva mentre ispezionava vetrini al microscopio all’interno di un laboratorio: «È il 2050 – diceva – il Movimento è al Governo: non esiste più l’Euro, il reddito di cittadinanza è una realtà, esistono solo energie alternative». La retorica del mondo futuribile, sulle cui basi c’è il più totale silenzio di tomba, è quello che fa di Grillo un narratore-web discretamente credibile nell’ambito del medium utilizzato da chi ascolta, che sia uno smartphone, un tablet o un computer.
Un po’ come accadde qualche tempo fa, nel 2012, quando nel video denominato «Sequestro dei beni ai politici», Grillo se ne uscì affermando come si stava mettendo a punto «un algoritmo (!), l’SVG4 (!!!!),  di out e crowdsourcing (!!!!!!!)» che permetteva di «intensificare e intersecare i dati delle banche mondiali» e dei politici che frodano «in modo tale che non è che questa gente dice “vado via, mi dimetto”, e basta. […] Quindi metteremo a punto questo algoritmo, vi ripeto che è un cross-checking, in modo da controllare il loro 740 all’inizio e quello in corso».
Grillo pigiava tasti, chiamava il programma «Zip war air ganon», che sembra più un’arma usata dai Digimon o dai Gormiti.
Grillo pigiava lo schermo del tablet (che all’epoca avrà avuto massimo 512 mb o 1gb di memoria) affermando e declamando le potenzialità dello «Zip War Air Ganon», si tradisce tossicchiando a fine video e «Il Foglio», in un articolo del 2017, riprende l’episodio scrivendo della «quantità di supercazzole che inanella» il nostro.

«In un video del 2012, si divertiva con uno sproloquio su un programma per sequestrare i beni ai politici “Il Zip War AirGanon è questo software che (magistrale colpo di tosse per camuffare la risata) ci garantirà sia l’anonimato che la presenza dell’ufficiale giudiziario. Per ora è tutto, vi terremo informati, grazie”. Una grandiosa presa in giro».

La memoria cancellata del blog
Il Grillo odierno, quello del nuovo blog, che tutti dicono essere rinnovato (sito e uomo) dati i dissidi con Casaleggio e col Movimento, è lo stesso di prima e, anzi, cancella quanto fatto precedentemente.

foto 1 – cliccare sull’immagine
per ingrandire

Il blog, fino a poco tempo fa, aveva questa veste grafica (foto1): era il sito di riferimento dell’area politica del Movimento 5 Stelle. O, per dirla con uno slogan caro ai pentastellati, un megafono del Movimento.
Un portale, mettiamola così, in cui venivano gestite le votazioni, ci si poteva registrare, commentare gli articoli e gli interventi tanto dei parlamentari e senatori, quanto di Grillo stesso: era la fucìna del Movimento 5 Stelle, la base di partenza per tutta una serie di rimandi ai portali, blog e siti locali che animavano la nascente forza politica. Il nuovo portale è un «blog di viaggi, ma anche no» secondo Grillo, una cosa diversa ma in sostanza sempre uguale che ospiterà «interviste, interventi, visite ai congressi e fiere scientifiche» come quello che campeggia in prima pagina, di un Grillo casual a Barcellona mentre parla di smart cities.

Internet, però, è una costruzione effimera: l’essere umano pensa che sia immutabile e che rimarrà nel tempo, quante volte abbiamo sentito dire ai politici o anche ai vicini di casa, parlando di questo o quell’argomento: «tanto sta su internet» oppure «è disponibile su internet gratuitamente»?
Internet è governato dall’uomo e l’uomo è la creatura più corrotta e imperfetta sulla Terra, sotto Natale – ad esempio – il sito della SS Lazio, la società di calcio, andò in down per qualche ora e non fu più rintracciabile perché qualcuno s’era dimenticato di pagare il server.
Una svista umana che avrebbe fatto perdere tutto il contenuto presente nel sito, se non si fosse rinnovato per tempo o se non si fossero fatte copie di backup. Non vorrei addentrarmi nel tecnico, dunque, ecco qui il fattaccio.

L’esempio

foto 2

Nel [precedente] blog di Grillo erano contenute tutte le votazioni, le dichiarazioni, le prese di posizione del Movimento e i video più influenti del comico/politico in questione: nel nuovo blog tutto questo scompare. Se nell’apposita barra di ricerca indicata dalla lente d’ingrandimento si digitasse «elezioni europee 2014» il risultato che verrebbe fuori sarebbe questo (foto 2, 3 – 4): gli articoli ci sarebbero anche, ma non sono rintracciabili. Semplicemente, non ci sono più. Nelle foto ho fatto una prova di ricerca digitanto, per l’appunto, elezioni europee 2014 perché, in quei giorni, avevo scritto un articolo per «Controlacrisi» riguardo le votazioni sul blog di Grillo riguardo l’adesione all’EFD da parte del Movimento 5 Stelle. Nel nuovo blog cercavo di ripescare quell’articolo ma il risultato è che è scomparso: Errore 404, pagina non trovata. Insomma, assente. Il blog di riferimento, ora, è «Il blog delle stelle» il quale, riprendendo

foto 3

anche la dicitura del precedente portale-unico <www.beppegrillo.it> («il primo magazine solo online»), non contiene affatto tutti gli articoli pubblicati in precedenza.
Ma questo l’utente inconsapevole non lo sa. Cerca sul blog di Grillo, se non lo trova non sa dove andare, né è indicato un rimando sul nuovo portale.

1984 silenzioso
Ci si sta avviando, silenziosamente e senza che nessuno se ne accorga, ad un 1984 di orwelliana memoria, in cui si mantiene il passato che più piace e quello che si vuol dimenticare lo si cancella senza troppi problemi. Questo comporterà, a lungo andare, una serie infinita di problemi e di questioni; nessuna risposta e molte domande che resteranno aperte. La questione della memoria digitale è un fatto primario tanto per il mantenimento e la diffusione della conoscenza, quanto per la ricostruzione della storia, che sia più completa e organica possibile. Si arriverà al punto da avere conservate pergamene medievali e non, ad esempio, dei files di questo o quel sito online, magari anche di rilevanza strategica per il Paese, che ha aperto e chiuso nel giro di poco. Su quali fonti si baseranno le future generazioni di storici, giornalisti etc etc che nasceranno nei prossimi anni? La domanda resta appesa, anche se, tempo fa, scherzandoci un poco, avevo già iniziato a trattare questa questione (leggi qui: https://goo.gl/FjCYGa), solo che le fonti di quel periodo (DDR/Guerra Fredda) storico ci sono.
Cosa rimarrà dei nostri giorni?

L'astensionismo colpisce anche (e soprattutto) il Movimento 5 Stelle

foto tratta da formiche.net

Di Maio è ufficialmente il candidato premier (*) del Movimento 5 Stelle, scelto a seguito di una votazione in cui hanno potuto votare gli iscritti certificati alla piattaforma Rousseau.
I candidati erano Luigi di Maio e altri 7 figuranti (Domenico Ispirato, Andrea Davide Frallicciardi, Elena Fattori, Marco Zordan, Gianmarco Novi, Vincenzo Cicchetti, Nadia Pisceddu), un po’ come accaduto spesso e volentieri per le primarie del Partito Democratico (quelle di Roma, in più d’un’occasione, hanno mostrato scenari analoghi, ma nobilitati dalla grande stampa per ragioni tutte politiche). Il vincitore è stato, ovviamente, il Vice Presidente della Camera dei Deputati. Ma va?!
I risultati delle votazioni li fornisce Grillo stesso dal palco di Rimini, dalla festa del Movimento 5 Stelle: i votanti sono stati 37.442, e il vincitore ne ha ottenuti 30.936. Gli altri: Ispirato  102 voti, Frallicciardi 168, Cicchetti 274, Zordan 373, Novi 543, 1.410 la Piseddu e 3.596 Elena Fattori.

Gli aventi diritto al voto, ad ogni modo, erano circa 140.000. Una situazione che fotografa un astensionismo che colpisce primariamente il sistema interno al Movimento 5 Stelle, che ha fatto dell’orizzontalità e dell’ognunovaleuno, la proria filosofia.

L’astensione che colpì il Movimento per scegliere il gruppo al Consiglio Europeo

Tre anni fa, nel corso delle votazioni online quando la piattaforma Rousseau non era ancora attiva, gli iscritti certificati del blog avrebbero dovuto votare tramite il blog di Beppe Grillo la collocazione europea per cui l’organizzazione avrebbe dovuto optare. Le ipotesi messe in campo dal gestore del portale erano tre: EFD, ECR e gruppo misto, cioè quello dei non iscritti a nessuna componente politica. L’ECR era (ed è) il gruppo dei Conservatori e Riformisti, quello a cui fa riferimento il Conservative Party (i ‘Tories’) di David Cameron e quello di appartenenza al primo partito di Polonia Prawo i Sprawiedliwość (Legge e Giustizia). L’EFD, invece, Europa per la Libertà e la Democrazia, è il gruppo di riferimento del tanto discusso e più volte rimpallato di prima pagina in prima pagina sulle testate nazionali UKIP (United Kingdom Independence Party) il cui segretario era Nigel Farage nonché della nostra Giorgi(on)a Meloni nazionale e del suo partito Fratelli d’Italia.
Il 12 giugno 2014, in sostanza, su 87.656 aventi diritto, votarono solo in 29.584. Il risultato ha consegnato la vittoria dell’affiliazione all’EFD: 23.121 voti, pari al 78,1% dei votanti, lasciando al palo l’ECR (i conservatori-riformisti), superato di poco dalla preferenza espressa per la collocazione nella componente dei non iscritti, con 2.930 voti pari al 10% di chi ha partecipato alla votazione on line.

Non un fenomeno isolato

Dunque, ricapitolando.  Sui 140.000 votanti presi in esame per la votazione che ha incoronato Di Maio leader, hanno votato solo in 37.442; per quella riguardante la collocazione nel Parlamento Europea gli aventi diritto erano 87.656 ma gli effettivi furono 29.584. Ma c’è dell’altro.
Nel gennaio del 2014 i votanti che «hanno espresso il parere vincolante sul voto che il Gruppo Parlamentare del Senato dovrà esprimere domani 14 gennaio sul “reato di clandestinità”» sono stati 24.932.
Si badi, però, che alla votazione sul reato di clandestinità, che esprimeva parere vincolante per il gruppo parlamentare (non propriamente una bazzecola) aveva diritto di voto solo chi era un iscritto certificato al blog entro il 30 giugno 2013.
Per la cronaca, comunque, 15.839 avevano votato per l’abrogazione del reato di clandestinità.
Se si continua a cercare nelle votazioni sul Blog di Beppe Grillo (prima dell’entrata in vigore di Rousseau) si nota che, ad esempio, per l’espulsione dei senatori Orellana e Campanella, gli aventi diritto erano 43.368 e i votanti a favore e contro la cacciata sono stati 29.883 e 13.489.

Il Movimento 5 Stelle, dunque, cova al proprio interno una crescente ‘astensione’ interna che aumenta man mano che le votazioni vengono convocate dal Blog. Il fatto che una zona grigia non segua il movimento nelle decisioni assunte via internet, in cui l’utente può votare questo o quel provvedimento o l’uno o l’altro candidato Presidente, è da prendere in seria considerazione.
La retorica del gli scontenti della politica votano Grillo, non regge più e a votarlo, come l’Istituto Piepoli ha spesso mostrato nelle pubblicazioni sui flussi elettorali, è sempre di più l’elettorato già politicizzato. Quello che, comunque, si sarebbe recato alle urne, indipendentemente dalla presenza dei 5 stelle sulla scheda elettorale.
E il dato, a mio parere, è decisamente interessante.

(*) Premier è un termine decisamente improprio in una Democrazia Parlamentare come quella italiana giacché non esiste. Il termine, infatti, che si usa – infelicemente – in ambito giornalistico e non, sta ad indicare il Presidente del Consiglio dei Ministri. Le due funzioni, però, Premier e Presidente del Consiglio dei Ministri sono ruoli decisamente non sovrapponibili. I due, infatti, svolgono incarichi decisamente diversi.