S. viene dal Bangladesh. Appena giunta in Italia ha iniziato a frequentare la scuola e, nonostante abbia immediatamente iniziato il corso di lingua, aveva (ed ha) notevoli difficoltà. Ostacolo linguistico che si acuiva terribilmente dato che i suoi compagni e le sue compagne le parlavano con espressioni del tipo: «I did an interrogazione…interroghèscion, no? but male male».
Mi sono ingegnato in tutti i modi possibili con traduzioni dall’italiano all’inglese di Petrarca e Dante, paragoni dei due con Rabindranath Tagore e Shakespeare. Pare abbia apprezzato più i sonetti di Petrarca rispetto a quelli di Dante.
Oggi si avvicina e mi fa: «Possiamo fare una foto insieme, prof? Grazie per avermi fatto sentire a casa» (tutto detto in inglese, ovviamente).
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Bangladesh: proteste a seguito dell’uccisione di Shahjahan Bachchu
L’11 giugno 2018 è stato ucciso Shahjahan Bachchu nel villaggio di Kakaldi, nei pressi di Dacca, capitale del Bangladesh. Promotore del secolarismo, era scrittore, attivista e dirigente del Partito Comunista bengalese ed editore progressista: era a capo della casa editrice Bishakha Prokashoni. Non è la prima volta che in Bangladesh si uccidono editori, scrittori o letterati, come ha riportato ‘India Today’: «Non si tratta del primo episodio di attacchi e uccisioni di blogger, scrittori o editori del Bangladesh. Circa tre anni fa un altro editore, Faisal Arefin Dipon, proprietario di Jagjit Prakashan, fu assassinato. Il 31 ottobre 2015, Dipon è stato ucciso nel suo ufficio al Super Market di Shahbagh Aziz, dopo aver pubblicato il libro del blogger Abhijit Roy. Abhijeet, poi, è stato ucciso in un attentato terroristico nel febbraio dello stesso anno. Dopo Avijit, i blogger Niladri Niloy, Ananta Bijay Das e l’attivista digitale Wasikur Babu sono stati oggetto di atti di pirateria da parte di terroristi».

