Le Danze di/a Piazza Vittorio

Qualche anno fa ho abbandonato lo studio dell’organetto per dedicarmi più totalmente allo studio, per cercare di finire in tempo triennale e magistrale e, a parte il semestre in più che ho impiegato per la prima, direi che ci sto riuscendo. L’aver tralasciato l’organetto è stato abbastanza doloroso, non tanto perché non studiassi più brani da suonare o perché – materialmente – non andassi più a lezione. 
È stato triste perché mi ha fatto progressivamente distaccare, anche a causa di agenti esterni poco felici, dalle Danze di Piazza Vittorio. Prima era un gruppo di gente che voleva animare il parco della Piazza, tuttavia, man mano che i giorni e i mesi passavano, cominciò a prendere la forma di una vera e propria compagnia. Suonavamo e partecipavamo alle più disparate iniziative in cui venivamo chiamati a suonare. Siamo diventati Associazione e ho il privilegio di risultare fra il gruppo di soci fondatori.
Oggi, dopo circa due anni e spicci (*), sono tornato a suonare a Piazza Vittorio con Le Danze.
E sono felice. 
(*) misà che sono anche di più di “due e qualcosa”, forse anche “tre e qualcosa”

Autore: marco

Torremaurense di nascita, dal 2024 in pianta stabile in Val Seriana. Sono insegnante alla scuola secondaria di secondo grado e giornalista per «L'Eco di Bergamo» e «L'Atlante». Ho scritto con Fabio Belli, per Rogas edizioni, «Calcio e Martello. Storie e uomini del calcio socialista», «La Repubblica nel pallone», «C’eravamo tanto a(r)mati». Il 9 giugno '25 è uscito «La più forte - The Strongest e altre storie di calcio in Bolvia» (sempre per Rogas, sempre scritto con Fabio Belli).

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